venerdì 1 aprile 2016

La Testimonianza di Heather, 48enne infermiera della Marina Militare statunitense


Il giorno 23 febbraio 2010, la mia vita è cambiata per sempre: mi è stato diagnosticato un mesotelioma pleurico. 
Il mio medico mi ha detto che non c'era nessuna cura e mi ha dato 9-18 mesi di vita. Quelle parole resteranno per sempre impresse nella mia memoria. 
Dopo molti giorni di incredulità , sensazione di impotenza e disperazione, ho preso la decisione  di prendere il controllo di questa malattia mortale. 
Non volevo cedere, non volevo morire senza combattere. Ho studiato ogni possibile informazione che ho trovato in relazione alle possibilità di trattamento. Ho ascoltato alcuni  pareri ed ho deciso di sottopormi ad una PEP (Pneumonectomia Extra Pleurica) effettuata dal Dr. David Sugarbaker presso il Brigham Women’s Hospital di Boston .
Durante la mia prima visita a Boston , una donna mi prese da parte e disse: "Tesoro, come diavolo hai fatto a prenderti questa malattia? Ti ho vista arrivare con la tua famiglia e aspettavo di veder entrare in visita qualcuno di più vecchio di te. Tu sei troppo giovane per avere questa terribile malattia." 
In quel momento avevo 41 anni. La triste realtà purtroppo è che se abbiamo 30, 40 o 70 anni siamo tutti comunque troppo giovani ed impossibilitati a combattere questa malattia mortale che, però può essere prevenuta. 
Ho trascorso 6 settimane a Boston dopo essere stata sottoposta all’ intervento chirurgico. Questo mi ha tenuta lontano dai miei figli, dalla mia famiglia, dal mio lavoro, dalla mia vita di tutti i giorni. Ho avuto due ricadute da allora con due resezioni della parete toracica. Più di recente ho subito 5 cicli di chemioterapia. 
Ho dei tumori ora che, a causa della loro posizione, mi impediscono di essere ancora candidata per la chirurgia. Attualmente partecipo ad una sperimentazione clinica e le mie condizioni sono stabili. Ho combattuto a lungo e duramente per liberarmi da questa malattia. Ho avuto molti giorni in cui non avevo forza ed energia.
Ho avuto una carriera straordinaria come infermiera professionale nella Marina Militare, un lavoro che ho amato, ma a causa delle mie condizioni fisiche attuali non sono più in grado di lavorare. 
Non solo questa malattia colpisce duramente il fisico, ma anche l’onere psicologico ed emotivo può essere altrettanto pesante, la paura e l’ansia possono a volte essere paralizzanti. 
Questa malattia mi ha costretta a vedere mio marito emotivamente distrutto, costringendolo a sentirsi impotente e sconfitto. Questa malattia non discrimina, è una brutta bestia crudele che lascia una scia di distruzione ovunque passa.

(tratto da http://www.asbestosdiseaseawareness.org/archives/27865)