martedì 15 settembre 2015

“Il racconto giusto. Storie di amianto e di operai all’Isochimica di Avellino” di Anselmo Botte: storia di una tragedia rimossa.

Anselmo Botte
“Il racconto giusto. Storie di amianto e di operai all’Isochimica di Avellino”
Ediesse Edizioni – Roma 2014
Prezzo € 8,00


Questo libro raccoglie i racconti di Nicola Abrate, Michele Aversa, Giovanni Donnarumma, Nicolangelo Gravi­na, Antonio Melillo e Carlo Sessa, operai dell'Isochimica di Avellino­. L'azienda di Elio Graziano che negli anni ottanta scoibentò circa tremila carrozze per conto delle Ferrovie dello Sta­to e realizzò la più grande bonifica da amianto in Europa. Attra­verso la loro voce composta senti l'odore, quell'odore acre e pun­gente delle fibre di crocidolite - l'amianto blu - che a migliaia si sono posate nei loro polmoni. Hanno lavorato per anni senza nessuna protezione, un fazzoletto sul naso «come i banditi del farwest», e oggi, dopo trent'anni, fanno i conti col mesotelioma da asbesto, un male che attende con pazienza le sue vittime. Dalla memoria e dal loro linguaggio prendono forma le origini della fab­brica e l'organizzazione dei lavoro, che a dire il vero di organizza­to non aveva niente: una «stecca» per grattare, dell'acido per ri­muovere il catrame. L'assenza assoluta di protezioni, la colpevole reticenza delle istituzioni ha gettato nel terrore la vita di centinaia di lavoratori, quindici sono già morti, gli altri aspettano; ha con­taminato e continua a contaminare il Rione Ferrovia. Una storia di amianto in un territorio devastato dal terremoto del 1980 che ha dato prova di una pessima idea di sviluppo e di riscatto. La rab­bia di essere stati ingannati una volta si unisce alla voglia di giusti­zia che ogni giorno spinge questi lavoratori a chiedere alla società di riparare alla crudeltà della quale si è resa responsabile.

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