Anselmo Botte
“Il racconto giusto. Storie
di amianto e di operai all’Isochimica di Avellino”
Ediesse Edizioni – Roma
2014
Prezzo € 8,00
Questo libro raccoglie i racconti
di Nicola Abrate, Michele Aversa, Giovanni Donnarumma, Nicolangelo Gravina,
Antonio Melillo e Carlo Sessa, operai dell'Isochimica di Avellino. L'azienda
di Elio Graziano che negli anni ottanta scoibentò circa tremila carrozze per
conto delle Ferrovie dello Stato e realizzò la più grande bonifica da amianto
in Europa. Attraverso la loro voce composta senti l'odore, quell'odore acre e
pungente delle fibre di crocidolite - l'amianto blu - che a migliaia si sono
posate nei loro polmoni. Hanno lavorato per anni senza nessuna protezione, un
fazzoletto sul naso «come i banditi del farwest», e oggi, dopo trent'anni,
fanno i conti col mesotelioma da asbesto, un male che attende con pazienza le
sue vittime. Dalla memoria e dal loro linguaggio prendono forma le origini
della fabbrica e l'organizzazione dei lavoro, che a dire il vero di organizzato
non aveva niente: una «stecca» per grattare, dell'acido per rimuovere il
catrame. L'assenza assoluta di protezioni, la colpevole reticenza delle
istituzioni ha gettato nel terrore la vita di centinaia di lavoratori, quindici
sono già morti, gli altri aspettano; ha contaminato e continua a contaminare
il Rione Ferrovia. Una storia di amianto in un territorio devastato dal
terremoto del 1980 che ha dato prova di una pessima idea di sviluppo e di
riscatto. La rabbia di essere stati ingannati una volta si unisce alla voglia
di giustizia che ogni giorno spinge questi lavoratori a chiedere alla società
di riparare alla crudeltà della quale si è resa responsabile.
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