martedì 16 giugno 2015

Una bellissima recensione di "Nessuno ci ridurrà al silenzio" di Roberta de Tomi (da http://notfactsonlywords.blogspot.it/)


Nessuno ci ridurrà al silenzio: Massimo Carlotto, Maurizio De Giovanni e altri scrittori e scrittrici italiani scendono in campo contro l'amianto


di Roberta De Tomi

Non è un’iniziativa editoriale come tante, nell’ambito della sensibilizzazione su un tema d'interesse collettivo. Non soltanto perché Nessuno ci ridurrà al silenzio(edizioni CentoAutori) si avvale dei contributi di autori e autrici di un certo calibro, ma anche per come è stato trattato il tema dell’amianto e tutte le questioni a esso connesse. Oltre a racconti che contribuiscono ad ampliare le prospettive relative alla questione, creando preziosi momenti di sensibilizzazione, l’antologia racchiude una sezione dedicata alle testimonianze, nonché alcuni capitolo che ci spiegano “che cos’è l’amianto”, in maniera semplice ed efficace. Il tutto è racchiuso in un'iniziativa editoriale che definirei, senza troppi cerimoniali, eccellente. E non solo per i nobili intenti per cui nasce, ma anche per la qualità dei lavori in esso contenuti. Un libro di cui consiglio a tutti/e la lettura. Per conoscere, riflettere ed emozionarsi.


Parlando di amianto, ecco un'immagine
di questo minerale 

Nessuno ci ridurrà al silenzio si apre con la prefazione della Dr.ssa Sandra Fabbri Monfardini, Direttrice della Fondazione ONLUS “Attilia Pofferi” per la ricerca sui Tumori e Coord. Centro Documentazione Amianto e Malattie Amianto Correlate (CeDaMAC) “Marco Vettori”. In questa sezione del libro, l'esperta illustra lamission dell’antologia e del Centro “Marco Vettori”. Fin da queste pagine comprendiamo il valore di questo progetto editoriale, nonché l’apertura a dare informazioni su quanto è correlato al mondo dell’amianto; mondo su cui è possibile reperire un numero consistente di informazioni, capaci di farci cogliere la portata del fenomeno.

Si arriva dunque ai racconti, piccoli e preziosi tasselli di un puzzle composito, ricco di sfumature tutte da cogliere. Con Forse Nemesi, Alessandro Berselli, dopo il brillante exploit del romanzo Anche le scimmie cadono dagli alberi (Edizioni Piemme), intesse una narrazione - qui ovviamente in forma di racconto - drammatica, strutturata su un impianto dialogico serrato. L'autore fa emergere con forza la disperazione di un uomo affetto da mesotelioma, il tumore causato dall’esposizione continuativa all’amianto. L’impressione è quella di visualizzare la scena, respirando atmosfere cupe che ci riportano ai noir di Berselli, con i suoi personaggi travagliati (pensiamo ad esempio al Paolo Graziani di Io non sono come voi) resi con una forza espressiva simile a un pugno allo stomaco, ma proprio per questo, memorabili. Questo racconto lascia un segno nel lettore e l'amaro (forte, fortissimo) in bocca per il cinismo (e la freddezza) che si pone in reazione alla disperazione espressa dall'uomo colpito da una malattia che lascia poco spazio alla speranza di guarigione.

Il secondo racconto che troviamo è Polvere, di Massimo Carlotto, autore noto per i gialli (vedi la serie L'Alligatore), nonché saggista, drammaturgo e sceneggiatore di rilievo. Nell’impianto narrativo, composito e caratterizzato dal continuo slittamento dei punti di vista, emerge fortemente il conflitto tra la necessità di tacere il problema e le conseguenze dello stesso. “Sì, la direzione invece la verità la conosceva. Alla fine dell’Ottocento era già chiaro il collegamento tra l’amianto e una serie di malattie. (…)” scrive Carlotto, che parallelamente ci racconta anche della malattia che colpisce la Ninetta, lavoratrice indefessa che cuce insieme ad altre donne i materassi di tela d’amianto, usando filo l’amianto. Malgrado ciò e malgrado quella di Ninetta sia “una delle tante morti” per amianto; ma gli interessi economici sembrano avere la meglio sulla salute delle persone, e il cantiere è considerato dalle maestre un “buon papà”. Anche se la malattia porta via numerose persone e lo fa tra grandi sofferenze. Una prova in cui versatilità tecnica e sensibilizzazione vanno di pari passo, equiparandosi e arrivando sia alla testa sia al cuore del lettore. 

Maurizio De Giovanni, noto per due serie noir di successo (la prima dedicata alCommissario Ricciardi, la secondo ai "Bastardi di Pizzofalcone"), nonché autore di racconti e opere teatrali, scatta delle Istantanee toccanti, in nome dell'amore. Il protagonista diventa attore di un gesto correlato a quel sentimento che ha dovuto seppellire nei recessi del cuore, pur di stare accanto all’amico e alla donna che ha sempre amato in silenzio. De Giovanni traccia un piccolo quadro intriso di una poesia vibrante che tocca corde intime e delicate, riportandoci alle atmosfere innocenti del libro Cuore, ma calate in un contesto cruento. Il racconto estrapola momenti di una poesia che pare difficile trovare in una situazione prosaica quale quella legata a un gioco di interessi dai risvolti tragici. Ma a volte, solo l’amore può varcare confini insospettati. E in certe situazioni sembra diventare l’unica certezza.

Dal racconto d’impronta intimista di De Giovanni, con La peste di Monfalcone diAngelo Ferracuti passiamo a quello d’impronta giornalistica. L’inchiesta portata avanti dal protagonista alterna le interviste agli aneddoti di cronaca che scivolano in un narrato concreto, latore di informazioni che lasciano una forte impronta emotiva. Anche in questo caso, la battaglia tra omertà e verità si svolge su un terreno minato, di cui il protagonista cerca , per dirla alla Battiato, centri di gravità permanente. Tali centri sono assicurati dalle testimonianze di uomini e donne che vivono sulla propria pelle gli sviluppi di una malattia dai risvolti atroci. Dolori e sofferenze vengono lenite dalla presenza di cari che si profondono in attenzioni, nella speranza della guarigione. E anche di una giustizia che sembra impossibile, ma che viene ricercata dallo stesso protagonista, con una dose di umanità non sempre presente nei giornalisti, cacciatori di scoop.

Con Di amore e di rabbia, Lorenza Ghinelli ci trasporta nella prospettiva di un ragazzino, Michele, che vive indirettamente il dramma dell’amianto. Il rapporto con la madre si è congelato dopo la morte del padre ma, malgrado ciò, il ragazzino esprime la volontà di vivere; volontà che vuole trasmettere alla stessa madre, mentre l’adolescente che è in lui ha il suo risveglio. Il narrato restituisce delicati attimi intimistici e palpiti sensuali, corrispondenti allo sbocciare di nuove sensazioni nell'adolescente che sta scoprendo l'amore e il sesso, ma che sta maturando dal punto di vista intellettivo. L’autrice sembra volerci lasciare un messaggio di speranza, realizzando una sorta di passaggio del testimone della battaglia contro l’amianto. Le nuove generazione, rappresentate da Michele, devono conoscere la questione per non dimenticare e schierarsi sul campo favorevole alla salute collettiva, in vista della costruzione di un futuro migliore.

Nessuno ci ridurrà al silenzio di Jaqueline Monica Magi s’incentra sulla ricerca di una verità, da parte della giovane Evelina. La protagonista del racconto che da il titolo alla raccolta, effettua la sua ricerca avvalendosi delle carte del padre, ennesima vittima dell’amianto. La sua "curiosità" è ovviamente scomoda e la porta sulle tracce di una busta, lascito del genitore che in una lettera le racconta della sua battaglia finalizzata a far emergere una verità affossata dalle autorità. L’autrice fa luce sulle dinamiche di un paese (l'Italia) dove la libertà è in realtà una parola svuotata del suo reale significato. Un paese in cui, riprendendo e parafrasando il verso di una canzone di Roberto Vecchioni, citata nel racconto, se sei scomodo, non arrivi da nessuna parte.

Una copertura in eternit 


In Il mio paese ammazzato, Federico Pagliai ricostruisce la vicenda di una località distrutta dagli interessi economici. L’autore definisce la località “un archivio storico dove si concentra un lungo elenco degli egoismi capitalistici dell’uomo, ma anche della loro dabbenaggine e poca lungimiranza, però.” Nella narrazione emergono aneddoti che ci riconducono a un tema e a una problematica che intridono tutto il sistema economico corrente; sistema in cui l’interesse diventa l’espressione di un sostanziale menefreghismo. Lamorte aleggia nel paesino raccontato da Pagliai, insieme a ricordi dolorosi e a una desolazione che rispecchia quella di una società dove la corsa al progresso sono le traduzione di un’avidità che perde di vista l’umanità. L'autore ci traccia un quadro geografico e fisico che rispecchia totalmente quello di un’anima svuotata di vita, lasciandoci ancora una volta un messaggio (più o meno implicito) relativo alla necessità di rivedere il concetto di interesse, in favore di quello umano.

Con L’operaio e il campione una strana storia piuttosto vera, di scherzi amari del destino sotto il sole del pallone e dell’amianto, Alberto Prunetti fa entrare in rotta di collisione due argomenti apparentementi distanti, creando un'originale analogia. Dal padre Renato, veniamo rimbalzati (e non solo metaforicamente parlando) alla figura “mitica” del calciatore Niels Liedholm. Per entrambi, l’arrivo nel Monferrato, costituirà una svolta epocale, soprattutto nella prospettiva di un futuro inatteso. E qua, l’amianto fa la sua irruzione. Rovinosa: dallo schema di gioco, arriviamo allo schema che ci porta ai rimpalli della battaglia portata avanti dall’AFeVa di Casale. E vicende apparentemente lontane per estrazione sociale e per ambito di appartenza professionale, confluiscono, facendoci comprendere la portata della questione amianto, che non risparmia nessuno. Nemmeno quelli che chiamiamo "miti".

A metà tra il thriller e giallo, Nessuno è innocente di Piergiorgio Pulixi ci catapulta in una vicenda ad alta tensione in cui l’apparente risoluzione del caso dischiude il mondo della “questione-amianto”. Come indica lo stesso titolo, ogni responsabilità di quello che accade è sempre legata al comportamento di tutti; tale assunto si esplica alla luce della piega che prende il caso, affidato alla Digos. Per la protagonista questa decisione calata dall'alto è come uno schiaffo; per il lettore è la conferma che l’omertà diventa necessaria per coprire questioni in cui tutti hanno un concorso di colpa. Ma per il Commissario che ci riporta a tante figure della letteratura gialla, il corso degli eventi si traduce in esiti che lasciano con l'amaro in bocca e con i pensieri in testa. Pensieri che fanno pensare che, in fondo, siamo ingranaggi di un meccanismo ben più grande, di cui difficilmente possiamo avere controllo.

Con l’Eterno guasto, Patrizia Rinaldi si incentra sul rapporto di un padre con una figlia ribelle, in cerca di spiegazioni relative alle conseguenze dell'amianto. Un padre che cerca di celare verità su cui, ancora una volta, grava la necessità di un silenzio omertoso. Nel conflitto generazionale sembra realizzarsi anche quello di cui abbiamo già parlato tra benessere e interesse, salvo poi, nel punto di svolta, trovarci proiettati in un futuro tradotto, per le nuove generazioni, in un presente diverso. Anche in questo caso, il racconto costruito con accortezza e seguendo tutti i crismi della credibilità e della verosimiglianza, parte dall’interessante punto di vista del passaggio generazionale, auspicando un’apertura a un futuro di risoluzione rispetto alla questione-amianto.

Ancora una volta, come nel racconto che lo precede, la dimensione famigliarediventa lo spunto per costruire un racconto d’amore e di dolore. Storia d’amore e polvere di Giampiero Rossi si apre su uno scenario storico in cui ritroviamo le dinamiche dei grandi clan famigliari che costituivano l’ossatura della società italiana in tempi passati, calati nel contesto dei mutamenti che caratterizzano il cosiddettoMiracolo Economico. E dalla Storia si passa alle storie, alle battaglie sindacali, e alla malattia che diventa occasione di intraprendere nuove battaglie a favore delle vittime dell’amianto e dei loro famigliari. La malattia uccide, mentre il coraggio diventa l’unico strumento con cui è possibile contrastare una piaga che semina morte a gogo. E con la morte, crescono la rabbia e il dolore, insieme al desiderio di rivalsa e di giustizia. Giustizia che non sempre si esplica come dovrebbe. E la Storia in tal senso insegna.

Dopo i racconti troviamo testimonianze e intervista

In Respiro, la testimonianza di Luca Cavallero ci riporta ancora a una dimensione narrativa, anche se qua il raccontato è vero, e in quanto tale capace di toccare fortemente la sensibilità del lettore, cui si apre un mondo fatto di attese e di paura rispetto a esiti di esami che arrivano come un fulmine a ciel sereno. Una testimonianza che pone i racconti sotto una luce di credibilità, così come le interviste. Queste ultime sono rivolte a: Paolo Liedholm (di Alberto Prunetti); Valentina Vettori(sempre di Prunetti); ad Alberto Vivarelli su "Breda e amianto a Pistoia" (di Valentina Vettori). Infine troviamo la postfazione a cura della Dr.ssa Sandra Fabbri Monfardinie della Dr.ssa Elisabetta Chellini, Dirigente Medico Epidemioologo (UO Epidemiologia Ambientale-Occupazionale, ISPO – Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica – Firenze), dedicata all'amianto e alla sua presenza e messa a bando in Italia e nel mondo.

Per concludere

Nessuno ci ridurrà al silenzio consente di fare luce su diversi aspetti della questione amianto, cogliendone pienamente la portata, la complessità e la gravità. Si tratta di un piccolo gioiello editoriale che spicca sotto ogni punto di vista, emozionando, informando, offrendo al contempo la conferma dei diversi talenti narrativi che abbiamo in Italia. Penne sensibili, versatili, capaci di andare oltre l’apparenza; penne dotate ciascuna di una propria personalità, unica e irripetibile. Scrittori e scrittrici unite per rompere il silenzio sull'amianto e per spingere a riflettere sulla nostra società, sulle sue contraddizioni, in particolare su quella che si pone tra interesse economico e benessere individuale e collettivo. Scrittori che hanno scelto la forma del racconto per rompere il silenzio sul tema avvolto per troppi anni dall'omertà. E ora, dobbiamo parlare. 

Parlando di Nessuno ci ridurrà al silenzio 

Storie d’amore e di dolore; storie d’amianto. Nessuno ci ridurrà al silenzio è una raccolta di racconti che mira a infrangere le mura dell’omertà, facendo luce su una questione troppo spesso oggetto di silenzi che occorre spezzare.

Scheda tecnica del libro:

Nessuno ci ridurrà al silenzio

Massimo Carlotto, Maurizio De Giovanni e altri

Casa Editrice: edizioni CentoAutori

Collana: L’Arcobaleno

Prezzo: € 13,00

ISBN: 9788868720230

Info sull' amianto:

www.fondazionepofferi.org
www.centrodocamiantomarcovettori.org

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