Il giorno 23 febbraio
2010, la mia vita è cambiata per sempre: mi è stato diagnosticato un
mesotelioma pleurico.
Il mio medico mi ha detto che non c'era nessuna cura e mi
ha dato 9-18 mesi di vita. Quelle parole resteranno per sempre impresse nella
mia memoria.
Dopo molti giorni di incredulità , sensazione di impotenza e disperazione,
ho preso la decisione di prendere il
controllo di questa malattia mortale.
Non volevo cedere, non volevo morire
senza combattere. Ho studiato ogni possibile informazione che ho trovato in
relazione alle possibilità di trattamento. Ho ascoltato alcuni pareri ed ho deciso di sottopormi ad una PEP (Pneumonectomia
Extra Pleurica) effettuata dal Dr. David Sugarbaker presso il Brigham Women’s
Hospital di Boston .
Durante la mia prima
visita a Boston , una donna mi prese da parte e disse: "Tesoro, come
diavolo hai fatto a prenderti questa malattia? Ti ho vista arrivare con la tua
famiglia e aspettavo di veder entrare in visita qualcuno di più vecchio di te.
Tu sei troppo giovane per avere questa terribile malattia."
In quel
momento avevo 41 anni. La triste realtà purtroppo è che se abbiamo 30, 40 o 70
anni siamo tutti comunque troppo giovani ed impossibilitati a combattere questa
malattia mortale che, però può essere prevenuta.
Ho trascorso 6 settimane a
Boston dopo essere stata sottoposta all’ intervento chirurgico. Questo mi ha tenuta
lontano dai miei figli, dalla mia famiglia, dal mio lavoro, dalla mia vita di
tutti i giorni. Ho avuto due ricadute da allora con due resezioni della parete
toracica. Più di recente ho subito 5 cicli di chemioterapia.
Ho dei tumori ora
che, a causa della loro posizione, mi impediscono di essere ancora candidata
per la chirurgia. Attualmente partecipo ad una sperimentazione clinica e le mie
condizioni sono stabili. Ho combattuto a lungo e duramente per liberarmi da
questa malattia. Ho avuto molti giorni in cui non avevo forza ed energia.
Ho avuto una carriera
straordinaria come infermiera professionale nella Marina Militare, un lavoro
che ho amato, ma a causa delle mie condizioni fisiche attuali non sono più in
grado di lavorare.
Non solo questa malattia colpisce duramente il fisico, ma
anche l’onere psicologico ed emotivo può essere altrettanto pesante, la paura e
l’ansia possono a volte essere paralizzanti.
Questa malattia mi ha costretta a
vedere mio marito emotivamente distrutto, costringendolo a sentirsi impotente e
sconfitto. Questa malattia non discrimina, è una brutta bestia crudele che
lascia una scia di distruzione ovunque passa.
(tratto
da http://www.asbestosdiseaseawareness.org/archives/27865)
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