All'età di 45 anni all'australiana Anita Steiner fu diagnosticato un mesotelioma: decise subito di lottare per sopravvivere fino allla scoperta di una cura per quella terribile malattia. Per questo motivo aprì anche un blog per aiutare sé stessa ed altri in questa battaglia: purtroppo Anita è stata sconfitta, soccombendo alla malattia nel 2011. Riportiamo qui un post del suo blog “Keeping a Positive Attitude to Help Beat Meso” grazie a http://www.asbestosdiseaseawareness.org/
Nel 2007 mi è stato diagnosticato un mesotelioma, dopo un
anno di ogni sorta di esami per cercare di capire cosa non andava. Una delle
prime cose che ho fatto subito dopo è stato quello di aprire un blog. E' stato
soprattutto per tenere amici e familiari informati su quello che stavo facendo,
ma anche perché sapevo che non per tutti era facile parlare con me sulla mia
malattia. Alcuni non sapevano cosa dire, altri non sapevano se volevo parlarne. Ho solo
pensato che sarebbe stato più facile mettere tutto là in evidenza e lasciare
che la gente sapesse cosa mi stava succedendo e che mi faceva piacere parlarne.
Il blog era stato pensato in origine solo per la famiglia e per
gli amici, ma, nel corso del tempo, altri lo hanno visitato e sono rimasti
impressionati dal mio atteggiamento positivo. Così ho deciso di scrivere a un
pubblico più ampio. Ho scritto sapendo che anche le persone che non sapevano niente
di me potevano leggerlo - e questo mi faceva stare bene. Prima che mi fosse
diagnosticato non sapevo nulla di Mesotelioma o di cancro in genere, ma ero
felice di pubblicarlo affinché la mia esperienza personale potesse essere utile ad altri. Vorrei perciò condividere con
voi alcune riflessioni su come mantenere un atteggiamento positivo anche quando
si convive con un cancro incurabile come
mesotelioma.
Sì, al momento il mesotelioma è classificato come cancro
incurabile. Ma credo che, con la giusta mentalità, non c'è ragione di credere
che lo si possa battere. Certo non aiuta
se ti è stato diagnosticato in una fase avanzata, ed avere il giusto
atteggiamento non garantisce necessariamente un buon risultato, e non vi è
alcuna prova che un atteggiamento positivo rallenti la crescita del cancro. Ma
non è quello che sto suggerendo. Quello che sto dicendo è che è possibile che una
cura possa arrivare prima che il cancro vinca, tenendo a mente che avere un
atteggiamento positivo, fa sì che si
abbia il giusto stato d'animo per volerlo combattere e sconfiggerlo.
Quando mi è stato diagnosticato il mesotelioma, ho letto un
articolo sulle statistiche di Stephen J. Gould intitolato "La mediana non
è il messaggio". E’ un ottimo articolo su come interpretare le statistiche
relative al mesotelioma e consiglio vivamente a tutti di leggerlo. Mi ha fatto
capire che le statistiche mostrano un'immagine distorta di ciò che sta
realmente accadendo e che non c'era motivo di credere che io fossi “sul lato
destro” delle statistiche. Dal momento che mi è stato diagnosticato, sapevo di avere
il tempo contro. Ma, con tutti i progressi della scienza medica, sapevo anche
che, se solo avessi potuto resistere fino alla scoperta di una cura, avrei
fatto un bel risultato. Nessuno sa quanto tempo ci vorrà per scoprire una cura
efficace o esattamente quanto tempo abbiamo fino a che questa bastarda malattia
ci uccide, ma non c'è motivo di dubitare che molte persone affette oggi dal
mesotelioma saranno fortunate nel tempo. Mantenere un atteggiamento positivo e
lavorare su cose che possiamo controllare come il nostro sistema immunitario,
il dolore, e l'atteggiamento, possiamo percorrere una lunga strada verso la
sconfitta della malattia.
Da tempo ci sono in tutto il mondo studi clinici e nuove
terapie in fase di sperimentazione sul mesotelioma. La conoscenza su tutti i
tumori è in crescita in modo esponenziale. Qualcosa che può essere buono per un
cancro potrebbe funzionare per molti altri. Onestamente credo che presto i
tumori incurabili diventeranno un ricordo del passato. Già, la prognosi per le
persone con mesotelioma è fortemente aumentata negli ultimi 10 anni. E 'solo
una questione di tempo prima che venga fuori una cura anche per il mesotelioma.
Il nostro compito è quello di resistere fino a che ciò accada.
Una delle cose più importanti è quella di riuscire a
controllare il dolore:è 'davvero difficile tenere la testa lucida se il dolore non
è sotto controllo. Se avete sempre dolore, siete costantemente immersi nella
cognizione della malattia e ciò è molto deprimente. Quando non controlli il
dolore, soprattutto nei momenti in cui è necessario un aggiustamento della
terapia farmacologica, puoi scoppiare in lacrime anche se qualcuno ti chiede
semplicemente "Come stai? ".
Inoltre, è necessario avere a disposizione il miglior parere
medico . E 'molto importante aver fiducia nel vostro oncologo: ha letteralmente
la vostra vita nelle sue mani. Allo stesso tempo, penso che sia importante
anche chiedere un secondo parere. Il
vostro oncologo non dovrebbe vedere questo come un insulto alla sua competenza,
e non dovete aver paura di offenderlo. Assicurati che il tuo Oncologo sia
aggiornato sugli ultimi trattamenti per il mesotelioma. Un'altra cosa che è
veramente importante è quello di assicurarsi che il proprio oncologo sia anche
ottimista circa la possibilità che una cura possa essere dietro l'angolo.
Mi piacerebbe condividere una storia di quello che mi è
successo proprio la scorsa settimana:
poiché sto per iniziare un ciclo di radioterapia,sono andata da due oncologi radioterapisti.
Uno di loro era assolutamente pessimista, ha detto che il mesotelioma è
incurabile e che non era il caso di fare qualsiasi cosa per cercare di fermarlo.
Gli ho detto che il mio obiettivo era quello di resistere finché non uscisse
una cura. Mi ha guardato come se fossi sbagliata. L'altro Radioterapista che ho
incontrato e che si sta specializzando proprio nel trattamento mesotelioma,
crede di poterlo fermare per un lungo periodo di tempo. Non è sto difficile
decidere da chi farmi curare!. Inoltre mi ha fatto arrabbiare il pessimista,
non voleva nemmeno sentir parlare delle tecniche pionieristiche di cui l’altro si
occupava. Senza speranza per qualche trattamento, non c'è nulla a cui
aggrapparsi. Il secondo mi ha dato speranza, il primo mi ha lasciato completamente
a terra.
Nel 2008 poi, all’età di 46 anni, è accaduto un miracolo,
dopo aver fatto la fecondazione in vitro, nonostante la chemioterapia che avrebbe
dovuto danneggiare la mia fertilità, sono rimasta incinta e ho partorito una bella,
sana bambina intelligente: lei mi ispira a continuare a combattere più che mai. Devo rimanere qui per lei e sono
determinata a fare proprio questo.
(Traduzione ed adattamento di Manlio Monfardini)
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