mercoledì 15 giugno 2016

La prefazione del libro "Amianto: morti di progresso" di Michele Michelino e Daniela Trollio (ed. Del Faro)

PREFAZIONE
Quando la legge difende l'ingiustizia, ribellarsi è giusto e la resistenza diventa un dovere.
La storia dell'amianto, i cui effetti mortiferi sulla salute sia dei lavoratori che dei cittadini erano noti dall'inizio del 1900, dimostra esattamente questo: il profitto dei capitalisti viene prima della vita e il sistema borghese in cui viviamo è strutturato per difendere unicamente questo "diritto" del capitale, che chiama "legalità".
La grande menzogna secondo cui alla ricchezza dei padroni corrisponderebbe la prosperità di lavoratori e cittadini non è mai stata più sbugiardata che in questi anni: decine di migliaia di persone hanno pagato, pagano e pagheranno sulla loro pelle questa ricchezza, oltre a lavorare e a vivere in condizioni sempre più inumane. Passato, presente e futuro.., perché è in questi tempi che l'amianto uccide.
C'è un'istituzione dello Stato che difende la "legalità": la magistratura. Per noi i tribunali sono stati, oltre ai luoghi di lavoro e alle piazze, un altro "luogo" dove dimostrare che alla barbarie del capitale ci si può, e si deve, ribellarsi, oltre a uno strumento per far conoscere la nostra voce, a lungo soffocata come tutte quelle degli sfruttati e degli oppressi. Abbiamo vinto, abbiamo perso, ma non ci siamo mai arresi e questo "altro luogo" ci è servito per arrivare dove difficilmente saremmo arrivati, alle coscienze di migliaia e migliaia di persone che dell'amianto sapevano poco o nulla.
Troverete quindi una mole di atti processuali (ma non solo) in questo libro: vorremmo che tutto questo materiale servisse ad altri perché - se abbiamo fatto passi da gigante in questi anni - la battaglia è ben lontana dall'essere vinta.
Questo libro raccoglie e racconta attraverso i documenti, gli atti processuali e le lotte, le storie di uomini e donne, di comitati e associazioni che da anni si battono - senza mai arrendersi - in fabbrica e sul territorio per la difesa della salute e della vita umana, rifiutandosi di essere "merce" a perdere per il "mercato".

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