PREFAZIONE
Quando
la legge difende l'ingiustizia, ribellarsi è giusto e la resistenza diventa un
dovere.
La
storia dell'amianto, i cui effetti mortiferi sulla salute sia dei lavoratori
che dei cittadini erano noti dall'inizio del 1900, dimostra esattamente questo:
il profitto dei capitalisti viene prima della vita e il sistema borghese in cui
viviamo è strutturato per difendere unicamente questo "diritto" del
capitale, che chiama "legalità".
La
grande menzogna secondo cui alla ricchezza dei padroni corrisponderebbe la
prosperità di lavoratori e cittadini non è mai stata più sbugiardata che in
questi anni: decine di migliaia di persone hanno pagato, pagano e pagheranno
sulla loro pelle questa ricchezza, oltre a lavorare e a vivere in condizioni
sempre più inumane. Passato, presente e futuro.., perché è in questi tempi che
l'amianto uccide.
C'è
un'istituzione dello Stato che difende la "legalità": la
magistratura. Per noi i tribunali sono stati, oltre ai luoghi di lavoro e alle
piazze, un altro "luogo" dove dimostrare che alla barbarie del
capitale ci si può, e si deve, ribellarsi, oltre a uno strumento per far conoscere
la nostra voce, a lungo soffocata come tutte quelle degli sfruttati e degli
oppressi. Abbiamo vinto, abbiamo perso, ma non ci siamo mai arresi e questo
"altro luogo" ci è servito per arrivare dove difficilmente saremmo
arrivati, alle coscienze di migliaia e migliaia di persone che dell'amianto
sapevano poco o nulla.
Troverete
quindi una mole di atti processuali (ma non solo) in questo libro: vorremmo che
tutto questo materiale servisse ad altri perché - se abbiamo fatto passi da
gigante in questi anni - la battaglia è ben lontana dall'essere vinta.
Questo libro raccoglie e
racconta attraverso i documenti, gli atti processuali e le lotte, le storie di
uomini e donne, di comitati e associazioni che da anni si battono - senza mai
arrendersi - in fabbrica e sul territorio per la difesa della salute e della
vita umana, rifiutandosi di essere "merce" a perdere per il
"mercato".
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