Marco Vettori si definiva un
"comunista autentico", nonostante la fine dei partiti ideologici
tipici degli anni settanta. Parlare di Marco in termini ideologici si travisa
la sua autentica militanza politica, sindacale, civile ed umana.
Io ho conosciuto Marco Vettori in
CGIL a Pistoia negli anni 70. Si militava in partiti antagonisti, ma nacque una
stima reciproca che si è protratta fino alla sua morte.
Abbiamo affrontato insieme
l'inizio della vertenza dell'amianto usato alla S.Giorgio ed in Breda CF dopo.
Insieme si sono sviluppate le relative azioni di tutela previdenziali ed assistenziali per i
lavoratori.
Il Patronato INCA-CGIL di Pistoia
e Regionale ha sempre sostenuto, sulla base di fatti concreti, l'azione di
tutela dei lavoratori esposti all'amianto. Aprì oltre 1000 pratiche
previdenziali e centinaia di domande di malattia professionale ottenendo
numerosi ricnoscimenti.
Marco Vettori per me è stato un
uomo onesto e sincero, e come dicevano i miei nonni era un uomo con la “schiena
dritta".
Amava la vita; aveva le sue idee
nel rispetto di quelle degli altri; lottava contro ogni sopruso; aiutava i
deboli, gli amici ed i compagni, persino gli avversari politici nelle cose
quotidiane.
Amava la famiglia, la città di
Pistoia, la politica, il sindacato e l'impegno civile per il bene della
comunità.
Guardava oltre le barriere
settarie che gli esseri umani sanno costruire attorno a sé per paura.
Portava una bottiglia di vino, di
olio, di grappa " bona"; un piatto di zuppa di pane o di sugo di
funghi stupendo, o di ogni altra cosa culinaria pistoiese " bona" di
cui era un abile cuoco.
Portava soprattutto un sorriso e
l'amicizia, ingredienti indispensabili a chi soffre.
Nei 20 mesi trascorsi dalla
scoperta del tumore alla morte, solo
alcune volte si è scoraggiato di come procedeva la "vertenza" che
diceva di condurre contro il male che aveva. Era consapevole che la
"vertenza" l'avrebbe persa entro poco tempo.
Affrontò con enorme coraggio la
malattia che l'aveva colpito e avrei moltissimi esempi da riferire a sostegno
di ciò.
Voglio ricordarne uno.
Domenica 7 Agosto 2011. Al mattino
ci recammo alla casa paterna di S.Baronto per prepare l'ambiente per il pranzo
di Ferragosto da fare con gli oltre 20 familiari.
Lavorava con soddisfazione e si
parlava del futuro senza limiti facendo anche dei pregetti da realizzare
insieme.
Avevamo fissato con le consorti di
tornare per il pranzo a casa, ma decidemmo di rimanere e di arrangiarci presso
un'osteria locale.
Ci venne a trovare la sig.ra Carla , vicina di casa e conoscente
di suo padre Libero per le vicende belliche della seconda guerra mondiale.
Domandò: Marco come stai? E' vero
che anche te hai un tumore?
Rispose a Carla serenamente:”si è
vero, ma lotto e mi curo”.
Parlammo del più e del meno e data
l'ora ci chiese se accettavamo di mangiare un piatto di pasta con gamberetti e
panna, che avrebbe preparato per noi. Accettammo l'offerta. Dopo poco la
signora ci porta la minestra e con soddisfazione mangiammo questa bontà al
fresco del pino.
Era felice di essere in quel posto
a pranzare.
Nel pomeriggio ricevette il
direttore regionale del Tirreno. L'intervista si basò sulla sua malattia correlata
all'amianto e come la viveva. Affrontarono anche la vertenza dell'amianto alla
Breda CF. Nei 90 minuti di colloquio rimase sereno nell'esporre i fatti nei
minimi particolari. Al termine del colloquio Marco era tranquillo mentre il
Direttore del Tirreno era commosso ed emozionato e si congedò con le lacrime
agli occhi. Dopo qualche giorno uscì l'intervista nella cronaca regionale.
Questo era Marco.
Nonostante la forte sofferenza
fisica che gli procurava il male aveva parole di coraggio per chi gli era
vicino e magari soffriva come lui.
Era sempre pronto ad andare a
trovare i compagni di lavoro malati recando loro parole di conforto.
Ha saputo manifestare con impegno
e determinazione il bene che voleva alla famiglia ed a tutta la comunità
pistoiese, sia verso i singoli che verso le istituzioni.
Marco Vettori rimane un esempio di
uomo onesto e combattente contro:
-le ingiustizie
-il male fisico
-la burocrazia che affoga i
diritti dei cittadini
-la negligenza di coloro che sono
preposti alla tutela della salute.
E' stato un forte difensore della
"cosa pubblica" come un bene comune irrinunciabile e non negoziabile.
Lottare insieme contro i soprusi e
le incompetenze di alcuni gestori della cosa pubblica era il suo motto.
Noi che abbiamo avuto la fortuna
di conoscerlo e di stargli vicino, dobbiamo trarre dal suo comportamento la
forza di guardare al domani con coraggio e fiduciosi di risolvere i troppi
problemi che attanagliano la vita quotidiana di ciascuno di noi.
Indimenticabili sono i colloqui
fatti all'ombra degli olivi nell'orto alla Brana, dove consapevolmente la
speranza prevaleva sulla paura per il breve tempo che gli rimaneva di vivere.
Grazie per quello che ci hai dato.
Rimani per sempre nel cuore e
nella mente.
(Luigi Fedi)
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