giovedì 21 maggio 2015

"Lotto contro il male come fosse una vertenza aziendale" di Luigi Fedi

Marco Vettori si definiva un "comunista autentico", nonostante la fine dei partiti ideologici tipici degli anni settanta. Parlare di Marco in termini ideologici si travisa la sua autentica militanza politica, sindacale, civile ed umana.
Io ho conosciuto Marco Vettori in CGIL a Pistoia negli anni 70. Si militava in partiti antagonisti, ma nacque una stima reciproca che si è protratta fino alla sua morte.
Abbiamo affrontato insieme l'inizio della vertenza dell'amianto usato alla S.Giorgio ed in Breda CF dopo. Insieme si sono sviluppate le relative azioni di tutela  previdenziali ed assistenziali per i lavoratori.
Il Patronato INCA-CGIL di Pistoia e Regionale ha sempre sostenuto, sulla base di fatti concreti, l'azione di tutela dei lavoratori esposti all'amianto. Aprì oltre 1000 pratiche previdenziali e centinaia di domande di malattia professionale ottenendo numerosi ricnoscimenti.
Marco Vettori per me è stato un uomo onesto e sincero, e come dicevano i miei nonni era un uomo con la “schiena dritta".
Amava la vita; aveva le sue idee nel rispetto di quelle degli altri; lottava contro ogni sopruso; aiutava i deboli, gli amici ed i compagni, persino gli avversari politici nelle cose quotidiane.
Amava la famiglia, la città di Pistoia, la politica, il sindacato e l'impegno civile per il bene della comunità.
Guardava oltre le barriere settarie che gli esseri umani sanno costruire attorno a sé per paura.
Portava una bottiglia di vino, di olio, di grappa " bona"; un piatto di zuppa di pane o di sugo di funghi stupendo, o di ogni altra cosa culinaria pistoiese " bona" di cui era un abile cuoco.
Portava soprattutto un sorriso e l'amicizia, ingredienti indispensabili a chi soffre.
Nei 20 mesi trascorsi dalla scoperta del  tumore alla morte, solo alcune volte si è scoraggiato di come procedeva la "vertenza" che diceva di condurre contro il male che aveva. Era consapevole che la "vertenza" l'avrebbe persa entro poco tempo.
Affrontò con enorme coraggio la malattia che l'aveva colpito e avrei moltissimi esempi da riferire a sostegno di ciò.
Voglio ricordarne uno.
Domenica 7 Agosto 2011. Al mattino ci recammo alla casa paterna di S.Baronto per prepare l'ambiente per il pranzo di Ferragosto da fare con gli oltre 20 familiari.
Lavorava con soddisfazione e si parlava del futuro senza limiti facendo anche dei pregetti da realizzare insieme.
Avevamo fissato con le consorti di tornare per il pranzo a casa, ma decidemmo di rimanere e di arrangiarci presso un'osteria locale.
Ci venne a trovare  la sig.ra Carla , vicina di casa e conoscente di suo padre Libero per le vicende belliche della seconda guerra mondiale.
Domandò: Marco come stai? E' vero che anche te hai un tumore?
Rispose a Carla serenamente:”si è vero, ma lotto e mi curo”.
Parlammo del più e del meno e data l'ora ci chiese se accettavamo di mangiare un piatto di pasta con gamberetti e panna, che avrebbe preparato per noi. Accettammo l'offerta. Dopo poco la signora ci porta la minestra e con soddisfazione mangiammo questa bontà al fresco del pino.
Era felice di essere in quel posto a pranzare.
Nel pomeriggio ricevette il direttore regionale del Tirreno. L'intervista si basò sulla sua malattia correlata all'amianto e come la viveva. Affrontarono anche la vertenza dell'amianto alla Breda CF. Nei 90 minuti di colloquio rimase sereno nell'esporre i fatti nei minimi particolari. Al termine del colloquio Marco era tranquillo mentre il Direttore del Tirreno era commosso ed emozionato e si congedò con le lacrime agli occhi. Dopo qualche giorno uscì l'intervista nella cronaca regionale. Questo era Marco.
Nonostante la forte sofferenza fisica che gli procurava il male aveva parole di coraggio per chi gli era vicino e magari soffriva come lui.
Era sempre pronto ad andare a trovare i compagni di lavoro malati recando loro parole di conforto.
Ha saputo manifestare con impegno e determinazione il bene che voleva alla famiglia ed a tutta la comunità pistoiese, sia verso i singoli che verso le istituzioni.
Marco Vettori rimane un esempio di uomo onesto e combattente contro:
-le ingiustizie
-il male fisico
-la burocrazia che affoga i diritti dei cittadini
-la negligenza di coloro che sono preposti alla tutela della salute.
E' stato un forte difensore della "cosa pubblica" come un bene comune irrinunciabile e non negoziabile.
Lottare insieme contro i soprusi e le incompetenze di alcuni gestori della cosa pubblica era il suo motto.
Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di stargli vicino, dobbiamo trarre dal suo comportamento la forza di guardare al domani con coraggio e fiduciosi di risolvere i troppi problemi che attanagliano la vita quotidiana di ciascuno di noi.
Indimenticabili sono i colloqui fatti all'ombra degli olivi nell'orto alla Brana, dove consapevolmente la speranza prevaleva sulla paura per il breve tempo che gli rimaneva di vivere.
Grazie per quello che ci hai dato.
Rimani per sempre nel cuore e nella mente.

(Luigi Fedi)

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